Ticino

Nella sua carriera sportiva ha fatto più di una volta da battistrada, portandosi fuori dal gruppo e passando in testa alla corsa. Rocco Cattaneo in passato ci ha abituato alle sue perfomances sportive. Ora, dimessa la sella della bicicletta, l’ex cronoman ritenta lo scatto da presidente del Partito liberale radicale con un imponente progetto per rilanciare l’economia ticinese. Non per nulla il nostro lo ha ribattezzato in maniera non certamente modesta “Piano Marshall”. Attenzione però al fotofinish, che potrebbe rivelarsi cruciale per stabilire l’effettivo arrivo finale. E se la volata non fosse opera attribuibile solo ai garroni di Cattaneo? Per spiegarci: se l’idea del collegamento ciclabile con Lugano non fosse tutta farina del suo sacco? Ci risulta che un progetto – seppur più ridotto – era già stato presentato da Pro Velo Ticino al Dipartimento del territorio nel 2013 e poi a inizio 2015. Del gruppo di lavoro cui era stato sottoposto in anteprima la variante faceva parte anche Cattaneo.

 

Siamo all’inizio dello scorso mese di aprile, a ridosso delle elezioni cantonali, quando Rocco Cattaneo prende carta e penna e scrive alle redazioni dei media ticinesi per quella che, come egli stesso chiarisce subito, non è una boutade, ma una proposta solida per ridare competitività al cantone. Per essere più incisivo il presidente del Plr non ha paura di forzare i termini perché qualcuno ha pure sorriso quando ha sentito tirare in ballo l’illustre paragone con lo storico “Piano Marshall” rapportato a questo lembo di terra a sud della Svizzera. «Se vogliamo che il Ticino torni a crescere e a essere competitivo, il Governo dovrà mettere in campo nei prossimi quattro anni un “Piano Marshall” da due miliardi di franchi. Bisogna ridurre la spesa, ma parallelamente aumentare gli investimenti, altrimenti perderemo il treno e saremo condannati al sottosviluppo» annotava nero su bianco l’ex ciclista. Da uomo con il manubrio e le ruote nel Dna, Cattaneo lancia dunque la sua proposta: creare un’autostrada ciclabile fra Lugano e Mendrisio. Non è un’idea campata in aria, la sua: «Andare in bicicletta tra Lugano e Mendrisio oggi è molto pericoloso, in particolare sul tratto della Forca di San Martino, e tra Bissone e Capolago. Purtroppo non abbiamo spazi di manovra dal profilo territoriale e l’unica soluzione è creare una ciclopista che sfrutti la riva. Non sono un tecnico, per cui ho chiesto una consulenza allo studio di ingegneria Comal, che ha elaborato un progetto di massima stimando i costi fra i 25 e i 30 milioni» continua l’imprenditore a capo della City Carburoil, che rifornisce di benzina tutta la Svizzera.
Bene. Tutti in sella, del resto lo auspica anche Pro Velo Ticino, l’associazione per la promozione degli interessi dei ciclisti e per la diffusione dell’uso della due ruote. «Bisogna investire maggiormente nelle infrastrutture per la bici. Lo diciamo dalla nostra nascita. Qualsiasi proposta che va a migliorare la rete ciclabile in Ticino è quindi benvenuta: salutiamo quindi con soddisfazione la proposta di Rocco Cattaneo che rispolvera la variante a riva tra Melide e Paradiso già studiata e presentata da Pro Velo Ticino al Gruppo strategico per la mobilità ciclabile» si è letto subito dopo la diffusione della notizia sulla pagina facebook dell’associazione.
Esisteva già un’idea in tal senso? Ovvero, che cosa significa che il “Piano Marshall” di Cattaneo è la variante di un progetto già elaborato da Pro Velo Ticino? Incuriositi abbiamo rigirato la questione a Fabiano Piazza, segretario dell’associazione, che non ha alcuna intenzione di fare polemica, ma è naturalmente ben disposto a descrivere i contenuti della loro proposta. Prima di raccontarvi la storia di questa pista ciclabile, partiamo dalla fine. Dopo avere presentato un collegamento riva lago Lugano e Melide, in un procedimento di consultazione durato due anni, il 27 aprile scorso Pro Velo ha ricevuto dal Dipartimento del territorio una lettera, siglata dal consigliere di Stato Claudio Zali, che terminava così: «Considerati gli ingenti costi l’investimento è sproporzionato rispetto al reale beneficio e non rientra tra le priorità della strategia cantonale per favorire la mobilità ciclabile (...). A titolo di paragone, per attuare la rete dei percorsi ciclabili regionali del Luganese è previsto un investimento globale di circa 35 milioni di franchi. Visto quanto precede non ci è possibile entrare nel merito dello studio di fattibilità richiesto».
Arrivederci e grazie, il tutto a poche settimane dalla sortita di Cattaneo. Vedremo ora come verrà considerata la proposta del promotore dei trenini sul Monte Tamaro e dello Splash di Rivera.
La passeggiata a lago – per la quale era stata fatta una prima analisi dallo studio rombo che, con sede a Zurigo e a Lugano, è specializzato nella progettazione delle infrastrutture e degli spazi pubblici in ambito di mobilità – aveva ricevuto anche l’incoraggiamento di Ticino Turismo. «Il trasporto dolce risulta oggi viepiù ricercato e apprezzato dai turisti. In qualità di soci Pro Velo e dopo avere preso visione dei tre scenari che saranno approfonditi attraverso lo studio di fattibilità commissionato alla società di consulenza rombo (in realtà ciò non avverrà più, ndr), Ticino Turismo intende sottolineare la valenza turistica ed esprimersi a favore di un progetto volto a migliorare il collegamento riva Lugano- Melide per pedoni e ciclisti». Firmato Elia Frapolli.
Il direttore di Ticino Turismo, in data 28 gennaio 2014, aggiungeva: «Il percorso risulta sub-ottimale per i turisti che intendono recarsi dall’area di Melide al centro cittadino di Lugano» evidenziando «l’elevato potenziale turistico».
Fabiano Piazza, segretario di Pro Velo Ticino, come vi siete sentiti di fronte alla presentazione del progetto Cattaneo?
In effetti, dopo l’uscita sui giornali di Rocco Cattaneo, all’interno dell’associazione siamo rimasti un po’ sorpresi perché stavamo lavorando su un progetto molto simile, anche se più limitato geograficamente, da un paio di anni. Proposta presentata due volte ai funzionari del Dipartimento del territorio e a inizio anno allo stesso Claudio Zali. L’intento era di creare un percorso ciclabile che collegasse in maniera sicura Melide a Paradiso in modo da favorire in sicurezza gli spostamenti senza l’uso dell’automobile. Oltretutto sarebbe stato un valore aggiunto per le famiglie che non hanno una rete unitaria di percorsi ciclabili per le uscite con i figli, un’indubbia attrattività per i turisti che visitano la nostra regione e anche per gli stessi cittadini motivati così a spostarsi quotidianamente con un’alternativa all’automobile. Il Ticino, come buona parte degli altri cantoni svizzeri, deve dotarsi di una buona rete di piste ciclabili. La bicicletta deve essere un mezzo grazie al quale spostarsi in sicurezza e in modo veloce sulle nostre strade: un modo per rendere il territorio più vivibile e a misura d’uomo.
D’accordo, ma l’autostrada ciclabile di Cattaneo che cosa c’entra con la vostra iniziativa, nel frattempo respinta per una questione di liquidità?
Il “Piano Marshall” di Cattaneo è di portata più ampia rispetto alla nostra variante cui si ispira, in quanto si estende fino a Mendrisio. Anche se, detto per inciso, non c’è nulla di rivoluzionario nell’iniziativa: la pista ciclabile da Mendrisio a Capolago esiste già (seppur presenti un accesso molto difficile). Lo stesso dicasi per il tratto piu a nord: pure in questo caso è pronto un progetto di massima per Maroggia-Capolago. Noi ci eravamo limitati, anche per questioni di costi, a un ambito di intervento più limitato e avevamo preso in considerazione solo la parte attualmente più pericolosa per chi si sposta su due ruote. Alla recente tappa del “Giro d’Italia”, che ha toccato anche Lugano e Melide, il ministro Zali, al giornalista che gli chiedeva un parere sulla proposta Cattaneo, ha dichiarato che esisteva già una variante in tal senso. La nostra, appunto.
State sostenendo che vi sia stata scippata l’idea?
Il nostro obiettivo è promuovere la mobilità dolce: in Ticino siamo ancora molto indietro, basti pensare che non esistono collegamenti per il tragitto verso la stazione di Lugano o per gli allievi delle scuole. Insomma, non ci interessa fare polemica anche se non nascondiamo di esserci rimasti male per come sono avvenute le cose. Come Pro Velo abbiamo fatto parte del gruppo “Gruso”, creato con il Cantone per individuare soluzioni atte a promuovere l’uso delle due ruote. Nel gremio – che ora si è trasformato in “Gruppo strategico per la mobilità ciclabile” – all’epoca della presentazione della nostra variante erano pure presenti Rocco Cattaneo e l’ingegnere Stéphane Grounauer, della Comal Sa, che ora risulta avere concretizzato lo studio di fattibilità del “Piano Marshall”. Non parliamo di scippi, ma magari una maggiore collaborazione non avrebbe guastato. E, certo, ci dispiace per gli ingegneri della società rombo che avevano lavorato sulla nostra idea, presentando tre varianti (“a riva”, “ponti”, “riva e ponti”) per un costo dell’opera preventivata approssimatamente fra i 15 e i 28 milioni di franchi a dipendenza dell’intervento su cui si sarebbe optato. Al Cantone, inizialmente interessato, avevamo chiesto il credito per il progetto di massima che sarebbe stato intorno ai 50 mila franchi. Finanziamento poi negato per una questione di costi...
Vedremo ora come sarà recepita l’autostrada ciclabile. In un recente sondaggio sulla mobilità lenta, promosso fra i cantoni svizzeri, il Ticino esce con le ossa rotte...
Noi abbiamo interesse che le iniziative a favore dell’uso della bicicletta siano promosse e sostenute dall’autorità politica e dall’opinione pubblica perché vanno a vantaggio dell’intera collettività. A livello internazionale l’indotto della mobilità lenta è di 200 miliardi di franchi: facile intuire i benefici che anche il Ticino potrebbe ricavarne dal profilo economico. Allo stato attuale gli investimenti per le piste ciclabili sono briciole rispetto a quelli fatti per le strade. Eppure, è una grande opportunità per tutti coloro che vorrebbero spostarsi quotidianamente in bicicletta, anche per recarsi al lavoro, ma non possono perché non sono offerte le infrastrutture perché ciò avvenga in sicurezza. Gli stessi pedoni in molti tratti non dispongono di marciapiede e di percorsi idonei. Il canton Ticino dovrà prima o poi adeguarsi. Ricordiamoci, inoltre, che più i progetti sono ecologici e più la Confederazione li sostiene finanziariamente. È una questione di volontà politica e di lungimiranza.
Per quanto riguarda il vostro progetto per una ciclopista fra Melide e Paradiso, da quali motivazioni era dettato?
Il tragitto in questione è estremamente trafficato, pericoloso e non c’è spazio per le biciclette. Forse, per farci capire, vale la pena sottolineare che Lugano è l’unica città a non essere direttamente collegata ai percorsi ciclabili di SvizzeraMobile. Si trattava di dare input a un settore che anche grazie alle biciclette elettriche potrebbe cambiare in meglio la viabilità e la qualità di vita di tutti. Non dimentichiamo, inoltre, che anche Melide e Morcote (e presto anche Bissone) fanno ormai parte della rete di bike-sharing creata da Lugano. Il credito è stato bocciato, ne prendiamo atto. Speriamo che la proposta del presidente Plr, che rispolvera la nostra variante, sia in grado di accelerare gli studi dettagliati di fattibilità e possa aprire le strade per il finanziamento dell’opera. Fintanto che questo non accadrà, Pro Velo Ticino chiede di ridurre la velocità sulla tratta Melide-Paradiso a 50-60 km/h in modo da ridurre il potenziale di rischio per i ciclisti. A Capo San Martino, in particolare, la situazione è critica e insidiosa e le automobili possono sfrecciare a 80 km/h: non riesco a immaginarmi una famiglia che decida di farci una scampagnata in bici senza paura come invece sarebbe loro diritto...

Pubblicato il 

03.06.15
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