Tebe, antica Grecia. Alle porte della città si scatena une guerra fratricida fra Eteocle e Polinice. Entrambi muoiono nello scontro. Al corpo del primo, morto difendendo la città, il padre Creonte, re della città, concede una sepoltura con tutti gli onori. Il cadavere del secondo, accusato di tradimento, è invece abbandonato in pasto agli uccelli e ai cani. Una legge del re ordina di lapidare chiunque osi offrirgli lacrime e sepoltura.

 

Un ordine inaccettabile per la sorella dei defunti, Antigone, che giunta la notte mette fine alla barbarie sul corpo del fratello. Trascina il cadavere lontano e lo seppellisce rispettosamente. Verrà arrestata mentre, inginocchiata accanto alla tomba, piange la morte di Polinice. “Hai violato le leggi degli uomini”, le dicono Creonte e i suoi. “Ho rispettato altre leggi”, risponde “quelle non scritte e incrollabili”. La legge del rispetto, la legge dell’amore per i propri famigliari. “Punitemi pure, avrò anche violato le leggi degli uomini, ma ho fatto la cosa giusta”. Antigone viene quindi rinchiusa in una grotta, dove mette fine ai suoi giorni.


Ticino, 2014. Non una sorella ma una madre. Non un fratello ma un figlio. Il giovane Arlind. Il padre lo rifiuta, lo scaccia e non vuole più saperne di lui. La madre lo accoglie allora tra le sue braccia insieme con la sorella. Gli offre una casa, il suo aiuto e sostegno per mesi, finché l’applicazione ottusa della legislazione svizzera non porta all’espulsione del giovane. Espulsione giunta dopo mesi di battaglie, umane e legali. Mesi durante i quali il Ministro dell’interno e due Municipali delle principali città del cantone si sono divertiti a umiliare e perseguitare un ragazzino, prima di trovare nuovi capri espiatori per la loro rabbia malsana.

 

Hanno incominciato con Adriano Venuti, colpevole di aver detto in pubblico quello che molti pensiamo in privato. Ora invece sfogano il loro astio contro due bambini ecuadoregni, cercando con ogni mezzo di negare loro il diritto di frequentare l’asilo e le elementari.


D’accordo, ma Antigone che c’entra con tutto questo? C’entra. È notizia recente la convocazione del processo contro la mamma di Arlind. L’accusa? Avere accolto i suoi due figli in Ticino e aver loro offerto accoglienza e rifugio. Un comportamento normale per qualsiasi madre, un delitto per la procuratrice liberale Margherita Lanzillo. Delitto evidentemente di grande importanza per un Ministero pubblico che si pretende sovraccarico di lavoro ma che sembra avere ben chiaro quali siano i dossier prioritari per non scontentare chi detta legge nel Cantone.


Per amore del fratello, Antigone non esitò un momento a violare una legge ingiusta. Per amore per i suoi figli, la mamma di Arlind non ha indugiato un istante nello sfidare una legislazione che stende tappeti rossi a mafiosi milionari e a direttori di banca di dubbia fama mentre scaccia adolescenti innocui e perfettamente integrati. Sono passati millenni da quando Antigone è stata rinchiusa nella grotta di Tebe, eppure c’è ancora qualcuno a ricordarci quanto resti giusto e umano violare le leggi che non lo sono.

Pubblicato il 

23.10.14
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