È stato un inizio d’anno pieno di preoccupazioni e di timori. Il paesaggio politico e sociale che ci circonda sembra essere davvero piuttosto desolante, ovunque si giri lo sguardo. Non solo perché la destra tiene banco e riesce a far “cultura” in quasi tutti i campi, ma anche e soprattutto perché riesce a farlo sempre più spesso con un livello di competenza, di approfondimento e di serietà davvero bassissimo, e questo senza che gli osservatori o i media lo rilevino e lo facciano notare.


Si può dire tutto e il contrario di tutto senza batter ciglio, senza che questo sia notato o evidenziato da qualcuno. Lo stato di contraddizione nel dire e nell’agire, di approssimazione, di vera e propria menzogna permanente sembra stia diventando la regola e la normalità della comunicazione pubblica. Spesso, davvero troppo spesso!


Le cause sono probabilmente numerose, complesse e sovrapposte tra loro. Meglio allora spendere qualche riflessione sui possibili rimedi e azioni concrete da intraprendere per combattere questo stato di cose.
Concedetemi una premessa in tal senso: è ora di finirla di sentirsi capaci di arginare o contenere  le malefatte del capitalismo, del mercato, del liberismo. Primo perché non riescono a farlo nemmeno i soggetti in questione, figuriamoci noi oppositori! E poi perché questa speranza e questo agire non hanno prodotto in questi anni nessun cambiamento, nessun miglioramento, nessun rallentamento dei danni che il capitalismo selvaggio e il mercato senza regole hanno alimentato. Anzi, come ben dimostrano le analisi sulla stratificazione sociale e il benessere della popolazione oggi!


E allora?
Nella scuola e nella formazione sono sempre più convinta che debbano diventare due le parole chiave di chi non vuole arrendersi a questo stato di cose: verità e conoscenza/competenza.
Verità perché, come diceva Gramsci, raccontare la verità è rivoluzionario. Lo è stato e lo è nei regimi autoritari e dittatoriali, ma lo sta diventando sempre più anche nelle nostre società democratiche, quando appaiono così radicate e sempre più frequenti l’approssimazione e la menzogna. Educare e formare i nostri giovani a cercare, capire e raccontare la verità sono dunque una priorità  assoluta nella scuola e della formazione.

 

Ma a fianco della verità ci devono essere per forza di cose la conoscenza e la competenza. Per rendere i nostri giovani più forti e liberi nell’affrontare la realtà quotidiana, ma anche per insegnar loro fin da subito a percepire l’approssimazione e la mancanza di serietà come qualcosa di fuori posto, di fastidioso, di dissonante. Perché la capacità di rilevare sempre questa dissonanza può diventare il motore in grado di promuovere la ricerca della verità e quindi il bisogno di un cambiamento forte, radicale e profondo.

Pubblicato il 

20.01.16
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