Sanità e lavoro

È una vittoria importante quella conquistata dalla sinistra e dai sindacati lo scorso 26 novembre nel Canton Neuchâtel. Il 76% dei votanti ha infatti bocciato la decisione del Gran Consiglio, a maggioranza di destra, che voleva decretare la morte della Cct Santé 21, il Contratto collettivo nel settore sanitario. Un risultato degno di nota, ottenuto in un cantone dove la politica della salute è da anni al centro di un acceso dibattito. Dietro alla volontà della destra di smantellare il Ccl neocastellano, si nasconde infatti l’appetito di Genolier. Un gruppo privato che ha messo in campo tutta la sua forza politica per far valere le sue pretese. (a questo proposito, si veda l'articolo qui) Ma questa volta i cittadini hanno detto di no esprimendo attaccamento a delle condizioni di lavoro di qualità.

Facciamo un passo indietro e torniamo all’anno 2012. Genolier è un gruppo in piena espansione. Dopo avere acquistato le cliniche ticinesi Sant’Anna e Ars Medica, il patron Antoine Hubert punta dritto sul Canton Neuchâtel. All’epoca, la sua creazione è già il secondo gruppo privato svizzero con dodici cliniche presenti in sei cantoni. Ma la sete del patron vallesano è solo agli inizi: il gruppo si sta trasformando per approfittare della privatizzazione della salute. Una privatizzazione garantita dalla nuova legge che, proprio dal 2012, prevede un finanziamento cantonale delle cliniche private, secondo il sistema “forfait per caso”: il 55% della fattura è preso a carico dai cantoni, il 45% dalle assicurazioni malattia. In Germania, dopo l’introduzione di questa regola, la proporzione degli istituti privati è passata dal 25 al 75%. Ma  non è tutto: la nuova legislazione offre al paziente la possibilità di scegliere la clinica e il cantone dove farsi curare. Una manna per gli attori privati. Per approfittare di questo cambiamento Genolier decide di trasformarsi.


Nel giugno 2012, un giorno dopo aver annunciato l’entrata di Fulvio Pelli nel suo cda, il gruppo decide di ristrutturarsi, trasferendosi nel Canton Friborgo, aumentando il capitale e creando una nuova holding di nome Aevis. L’obiettivo dichiarato è quello di espandersi ulteriormente. La clinica La Providence di Neuchâtel costituisce un’«opportunità molto interessante». In cambio dei milioni che vuole mettere sul tavolo, Genolier impone però una condizione: rescindere la Cct Santé 21. Antoine Hubert è noto per la sua avversione ai contratti collettivi e ai sindacati. Anche in Ticino l’arrivo di Genolier è coinciso con turni più pesanti, salari al merito e con l’esternalizzazione di alcune mansioni come le anestesie.


A Neuchâtel, di fronte al ricatto di Genolier, si è scelto la lotta. È così che va in scena il conflitto sociale più lungo della storia del Cantone: uno sciopero che durerà più di 80 giorni e che lascerà delle impronte indelebili. Alla fine 22 scioperanti saranno licenziati e la banda Hubert prenderà possesso della clinica. Di fronte a questa situazione, il Governo aveva scelto di schierarsi a favore... del gruppo privato. L’allora presidente del Consiglio di Stato, il plr Philippe Gnaegi, aveva infatti promosso una sorta di Lex Genolier che garantiva a La Providence di restare sulla lista ospedaliera senza dovere applicare la Cct Santé 21.
Qualche settimana dopo, nell’aprile 2013, Gnaegi sarà vittima di un pesante schiaffo elettorale: nono al primo turno, superato persino dal candidato del Parti ouvrier et populaire (Pop), il ministro Plr si ritirerà dalle elezioni cantonali. Un risultato che appare oggi premonitore: genuflettersi alla divinità della sanità privata non è politicamente pagante. Per i neocastellani la salute non è un settore come gli altri e i profitti non vanno realizzati sulle spalle del personale.  


Nel frattempo Genolier ha continuato la sua espansione. Non solo nel settore sanitario. Nel 2015 acquisisce la catena di hôtel a cinque stelle Victoria Jungfrau e il gruppo cambia di nuovo nome in Aevis Victoria. Anche la dicitura Genolier, quasi fosse un marchio di fabbrica negativo, viene cancellata: Genolier Swiss Medical Network, (Gsmn), come si chiamava la branca ospedaliera del gruppo, è oggi semplicemente Swiss Medical Network. Ma poco cambia: nell’immaginario comune il nome di riferimento resta Genolier. L’espansione nel settore medico continua con la presa di partecipazioni in società di telemedicina e con l’acquisizione di nuove cliniche. L’ultima, nel 2016, è la prestigiosa Générale Beaulieu di Ginevra. Oggi il gruppo dell’immobiliarista Antoine Hubert possiede 17 istituti sanitari in dieci cantoni e in tutte e tre le regioni linguistiche. Quotato in borsa, con azionista di minoranza anche il fondo del governo del Kuwait, Aevis Victoria ha realizzato nel 2016 una cifra d’affari di quasi 600 milioni di franchi.


Dopo la traumatica ripresa de La Providence, il gruppo acquisisce nel 2015 un’altra clinica neocastellana, quella di Mont­brillant. Nel cantone il gruppo fattura circa il 10% delle sue entrate. Ma resta un problema: la Cct Santé 21. Genolier la considera troppo costosa e vincolante. Non solo si rifiuta di firmarla ma continua a denunciarla ad ogni occasione. Una guerra che è combattuta con l’aiuto di un alleato di peso: il partito liberale radicale.  Sono i deputati del Plr in Gran Consiglio che, non senza diversi conflitti d’interesse, decidono di decretare la morte del contratto collettivo. Quest’ultimo, che copre quasi 6.000 persone, ha come particolarità di riunire tutti i settori della salute pubblica e parapubblica e tutte le categorie di lavoratori, personale curante e no. Lo scorso mese di marzo, con l’appoggio di Verdi liberali e Udc, il Plr è riuscito a modificare le due leggi che facevano riferimento a questo Ccl. La misura aveva come obiettivo quello di economizzare i costi della salute. Sulle spalle del personale, però. Perciò la sinistra e i sindacati hanno promosso il referendum.


Il risultato scaturito domenica, dopo settimane di aspra campagna, è andato oltre ogni più rosea aspettativa. «Il silenzio si fa pesante nel feudo del Plr neocastellano. E a buona ragione: questa domenica, la destra del cantone ha subito una scoppola, con il 76% dei cittadini che hanno voluto mantenere la Cct Santé 21, contratto collettivo di lavoro unico nel settore della salute» ha scritto il giornale le Temps. Philippe Bauer, consigliere nazionale plr e membro del cda di Genolier a Neuchâtel, definisce il risultato «un trionfo dell'immobilismo nel cantone». Il deputato mette in causa il Consiglio di Stato che, pur non partecipando alla campagna sosteneva la Cct Santé 21. Un governo che Bauer accusa di «voler sfavorire il settore privato». Il quotidiano le Courrier ricorda però che è lo stesso governo che, nel corso degli anni, ha profondamente indebolito il contratto. Un Consiglio di Stato che dapprima ha invitato Genolier al tavolo delle trattative per un testo che lo stesso gruppo combatte con tutte le sue forze. E che poi ha aperto le porte a una liberalizzazione del settore, firmando una serie di  nuovi partenariati con Swiss Medical Network lo scorso mese di gennaio.

 

Il Plr neocastellano e Genolier

 

I legami tra alcuni membri del Plr neocastellano e Swiss Medical Network hanno scaldato gli animi di un’infuocata campagna sul futuro della Cct Santé 21. Il partito ha pure depositato una denuncia in seguito ad alcuni cartelloni giudicati offensivi.  Eppure, che ci sia qualche conflitto lo dimostra l’evidenza. Olivier Lebeau, capogruppo del partito in Gran Consiglio, è stato dal 2013 al 2015 membro del cda di Gsmn Neuchatel Sa, la società che controlla le due cliniche neocastellane del gruppo. Oggi svolge la sua attività di medico indipendente lavorando principalmente alla clinica La Providence. «Non sono però salariato del gruppo» precisa. Fanny Noghero, ex segretaria generale del plr neocastellano, oggi occupa il posto di responsabile della comunicazione per le cliniche La Providence e Mont­brillant. Jean-Daniel Jeanneret, direttore della clinica di Montbrillant, è anch’egli un deputato Plr. Il consigliere nazionale Philippe Bauer è attualmente membro del cda di Gsmn Neuchâtel.

Pubblicato il 

30.11.17