Virus e clima, due facce della stessa medaglia

Il Consiglio federale tira il fiato. La bocciatura del referendum gli consente di poter agire, non incagliarsi ulteriormente, evitando il ricorso a decreti per farlo. Siamo a cavallo? Non proprio. Facciamo mente locale: due anni or sono, giorno più giorno meno, giunse notizia di un virus che mieteva vittime in una metropoli della lontana Cina. Sottovalutato in occidente e in Svizzera con quella supponenza da primi della classe che ci distingue, snobbato pure l’allarme dell’Oms, quel virus ce lo siamo trovato in mezzo a noi nel giro di poche settimane, e siamo ben lungi dal liberarcene. Anzi: nonostante la disponibilità di vaccini la situazione ritorna a essere critica: la 5a ondata sta mettendo in crisi il sistema sanitario in modo paragonabile se non superiore alla prima fase. Mentre desta timore la nuova variante sudafricana scoperta in Belgio.


Governanti nuovamente sotto pressione che hanno denotato poca lucidità nel gestire la situazione. A nulla serve accampare scuse appellandosi all’evento imprevisto. Dall’inizio del secolo vi sono state altre situazioni epidemiche  (Ebola, Sars) che, fortuna nostra, non si sono trasformate in pandemie; gli esperti avevano però ammonito che era solo questione di tempo affinché ciò avvenisse. Eppure, malgrado i dispositivi legislativi riguardanti epidemie e pandemie, la reazione dei governi è stata tardiva e inadeguata a livello di strategia e misure. Ciò che però più colpisce nell’atteggiamento della maggioranza dei governi – Svizzera compresa – è l’ignoranza riguardo all’impatto sociale di epidemie e pandemie del passato. Ovvero: dimenticare e/o negare che esse hanno la stessa caratteristica: «Cominciano in un dato momento, si sviluppano in una porzione di tempo e spazio limitata – spiega lo storico della medicina C. Rosenberg – seguono un percorso fatto di tensioni e rivelazioni crescenti, innescano una crisi collettiva e individuale».

 

Crisi collettiva e individuale che con il coronavirus è sfociata nel: cercare il colpevole, dare la colpa a qualcuno (questa volta i cinesi); chiudersi a riccio, con blocco parziale-totale delle frontiere; riemergere del nazionalismo, piuttosto territoriale che etnico, al punto che persone che si spostano all’interno di aree più colpite dal virus di un paese sono invise, sgradite al pari del peggior straniero. Inoltre l’esplodere di: tensioni inter-familiari generate dalla costrizione di condividere spazi di vita esigui e assenza di contatti sociali; conflitti intergenerazionali giovani-anziani (se i primi criticano gli over 65 per la loro riluttanza a cambiare abitudini per salvare l’ambiente, gli anziani criticano i millennial per il loro poco rispetto delle regole anti-Covid).

 

All’incapacità di anticipare l’apparire di tali questioni, s’aggiungono: inadeguatezza di linguaggio e comunicazione alle varie tipologie di persone, assenza di implicazione di associazioni di cittadini che meglio di altre conoscono le utenze specifiche. Dulcis in fundo: il governo svizzero introducendo il Covid pass a 2 vie (gratuito per persone vaccinate, a pagamento per chi utilizza il tampone) ha cannato: sia politicamente, fomentando tensioni tra provax-antivax; sia dal punto di vista della prevenzione: i vaccinati possono ammalarsi, diventando diffusori, mentre solo il test identifica chi è portatore, consentendo di combattere efficacemente la propagazione.


La certezza di essere al riparo dei virus cresciuta via via negli anni sta sgretolandosi di fronte allo spillover coronavirus e le sue varianti. Il ritorno alla normalità pre-Covid è un sogno. Emergenza climatica ed emergenza virus sono due facce della stessa medaglia: il sistema socio-economico dominante. Sistema caratterizzato da un crescente fabbisogno di energia, prodotta essenzialmente con risorse fossili, responsabili dei gas a effetto serra, e al contempo una crescente mobilità di persone per corti soggiorni che favorisce la rapida diffusione dei virus tra regioni e continenti. Alternativa? Cambiare modello economico!

Pubblicato il

02.12.2021 09:17
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