A briglie sciolte

La nuova stangata sui premi di cassa malati è ormai annunciata ed in Ticino potrebbe addirittura superare un’altra volta la soglia del 10%. Per buona parte della popolazione questi premi sono ormai l’imposta principale, spesso superiore a quanto una famiglia spende per l’affitto mensile.

 

Per i lavoratori un salasso come quello annunciato rappresenta una perdita di salario dell’1-2%: di fronte a questa situazione sempre più intollerabile, sarebbe ora che i sindacati reagiscano in modo molto più risoluto di quanto abbiano fatto sinora. I soliti politici ricominceranno ben presto con i loro predicozzi, che tendono a dare la colpa soprattutto ai pazienti che “vanno troppo spesso dal medico”. Un bla bla stucchevole considerando che il mercato sanitario non è retto dalla domanda, ma bensì soprattutto dall’offerta, che è gestita e spesso manipolata dai prestatori d’opera.


Basterebbe vedere qui da noi il proliferare infinito di centri medici, gestiti da capitali speculativi e nei quali, per massimizzare la cifra d’affari, il paziente viene fatto circolare a sproposito tra una mezza dozzina di specialisti. Ricordo anche l’ingiustificata esplosione dei costi dei farmaci nonché gli infiniti, molto spesso inutili esami di laboratorio, fatti solo per arrotondare i guadagni. Ma la lista delle malefatte potrebbe continuare...

 

Certo: l’evoluzione demografica ed i progressi della medicina moderna comportano un certo aumento dei costi. Ma se confrontiamo la nostra situazione con quella che si registra in quei paesi, per esempio quelli scandinavi, in grado di controllare l’offerta, ci si accorge che c’è molto marcio, stavolta però non nel regno di Danimarca, ma nei lidi elvetici!

 

Da noi il problema viene poi ulteriormente ingigantito da un’altra peculiarità elvetica: mentre altrove la sanità viene finanziata con vari sistemi, comprese le imposte, proporzionali al reddito, da noi i premi di cassa malati sono uguali per tutti. Ciò rappresenta evidentemente un enorme sgravio fiscale per il miliardario, mentre a farne le spese sono di conseguenza i salariati! Se poi ci ricordiamo che i manager strapagati delle troppe casse malati provengono tutti dai partiti borghesi e dall’Udc, allora capiamo facilmente perché questi partiti facciano di tutto per schivare l’oliva, anche se fanno sempre più fatica a negare che il nostro sistema sia vicino all’implosione. E invece le soluzioni sono lì da vedere.

 

A livello nazionale ci vuole un severo controllo dell’offerta per eliminare non solo i mega guadagni dei monopoli farmaceutici e di molti medici specialisti, ma anche tutte quelle prestazioni inutili, che già il compianto Gianfranco Domenighetti aveva stimato rappresentassero perlomeno un quarto della spesa sanitaria. Ed evidentemente ci vuole subito una cassa malati unica pubblica con premi proporzionali al reddito e alla sostanza. Forse questa nuova stangata sui premi rappresenterà la classica goccia che fa traboccare il vaso e finalmente la gente scenderà in piazza per esigere un cambiamento radicale? C’è veramente da augurarselo.

Pubblicato il 

31.08.23
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