È quasi Natale, nel 2011, quando Alfredo Gysi, allora Ceo di BSI, si rivolge con una lettera a Yew Chee Yak, un impiegato della filiale di Singapore: “Grazie per il tuo immenso contributo non solo per la crescita del nostro nuovo business in Asia ma per tutto il gruppo BSI”. Yak è un banchiere esperto, e lautamente remunerato, che quando è arrivato in BSI si è portato appresso il suo portafoglio di ricchi clienti. Tra questi spicca il gigantesco fondo sovrano malese 1Malaysia Development Berhad (1MDB) e l’uomo d’affari Jho Low, golden boy dell’imprenditoria d’assalto malesiana, vicino all’allora primo ministro Najib Razak. Accecato dalle colossali somme di denaro che arrivano a Lugano, Alfredo Gysi non sa ancora che questi clienti saranno all’origine, qualche anno più tardi, dello scandalo che porterà alla fine della banca.

 

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A quasi sei anni da quella vicenda che tanto fece parlare, in Svizzera e nel mondo, Yak è stato condannato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC). È quanto emerge da un decreto d’accusa da poco entrato in giudicato e che area ha potuto consultare. Il procuratore federale Stefano Herold lo ha ritenuto colpevole del riciclaggio di una somma colossale di denaro: 2,4 miliardi di dollari. Soldi d’origine criminale in quanto sottratto dalle casse del fondo 1MDB e che, passando dai conti BSI aperti a Lugano, sono andati a finire nelle tasche di Jho Low e dei suoi prestanome.

 

Sei mesi con la condizionale

 

La pena nei confronti del banchiere è meno eclatante di quello che la somma riciclata potrebbe portare a pensare: sei mesi sospesi con la condizionale, per un periodo di prova di due anni. Yak ad ogni modo è introvabile e non sarà particolarmente colpito dalla decisione elvetica. Le autorità di Singapore hanno infatti fatto sapere alla Svizzera che l’ex banchiere si è trasferito in un luogo ignoto in Cina; le successive ricerche della polizia federale per localizzarlo si sono poi rivelate vane.

 

Secondo il decreto d’accusa Yak ha commesso almeno 33 atti di riciclaggio di denaro “proveniente da reati di truffa o appropriazione indebita o amministrazione infedele o infedeltà nella gestione pubblica” commessi all’estero, in particolare in Malaysia, ai danni del fondo 1MDB e di alcune sue filiali. L’uomo è stato il consulente di riferimento di sei conti bancari aperti presso la BSI di Lugano a nome di alcune società offshore basate tra le Seychelles e le Isole Vergini Britanniche.

 

Singapore-Lugano

 

Era su questi conti che atterrava il denaro proveniente dal fondo 1MDB. Denaro che poi ripartiva per altre destinazioni su conti controllati da Jho Low o dal suo uomo di fiducia, Eric Tan. Secondo la Procura federale, da Singapore Yak dava le istruzioni a BSI Lugano sul trasferimento di questi montanti colossali. Il banchiere, si legge nel decreto, ha così “intenzionalmente fatto trasferire tale denaro di origine criminale su relazioni bancarie di terzi, che non avevano alcuna valida causale giuridica per ricevere tale denaro, in modo da renderne difficile l’accertamento dell’origine, il ritrovamento o la confisca”.

 

Ad esempio, dal conto della società Astaar PTE Ltd, controllata da Eric Tan, sono usciti, tra agosto e settembre 2010, 168 milioni di origine criminale. Il conto Astra alla BSI di Lugano era stato a sua volta alimentato con 16,8 milioni di dollari giunti dalla RBS Coutts di Zurigo da uno dei conti più “famosi” emersi nell’ambito dello scandalo 1MDB: quello della Good Star Ltd, società delle Seychelles controllatra da Jho Low. Questo conto zurighese aveva ricevuto 700 milioni di dollari da parte di 1MDB in seguito a una controversa joint-venture firmata dal fondo malese con la società petrolifera Petrosaudi. Come ha specificato Stefano Herold, né Good Star Ltd prima né Astra poi avevano «alcun valido titolo giuridico per ricevere tale denaro da 1MDB».

 

Fra gli altri conti va segnalato quello della Aabar investments PJS Ltd con sede alle Isole Vergini. Si tratta di un nome ingannevole che ricorda un’omonima società con sede ad Abu Dhabi controllata dal fondo sovrano dell’Emirato. La società alle Isole Vergini è stata costituita all’insaputa di quella originale in collaborazione con gli ex dirigenti del fondo, Khadem Al-Qubaisi e Mohamed Badawy Al Husseiny. Sul conto luganese dell’Aabar fasulla erano finiti qualcosa come 1,5 miliardi di dollari, poi ripartiti su altri conti grazie all’operato del banchiere Yak.

 

 

Riciclaggio aggravato

 

La Procura federale ha giudicato la condotta di Yak di riciclaggio aggravato. Il “grave” è dato dall’importo complessivo riciclato (oltre 2,4 miliardi di dollari), dal numero di atti commessi (33) e dalla partecipazione di più persone, ognuna con un ruolo distinto: Jho Low come intermediario del denaro da riciclare, Eric Tan quale socio e prestanome nell’esecuzione delle attività di riciclaggio e lo stesso Yak quale consulente bancario che faceva effettuare le operazioni bancarie riciclatorie.

 

Inoltre è stata anche considerata la complessità delle strutture utilizzate con almeno sei conti intestati ad altrettante società offshore e “investimenti” (virgolettato nel decreto d’accusa) in fondi senza alcuna ragione economica “trattandosi in realtà di prestiti a società offshore senza attività operativa, non conformi allo scopo del denaro messo a disposizione da 1MDB e dalle sue filiali”.

 

Yak è il primo banchiere condannato in Svizzera nell’ambito della vicenda 1MDB. Da parte loro i suoi superiori, non sono invece stati perseguiti dalle autorità di perseguimento penale elvetiche.

 

Pubblicato il 

06.03.24
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