È stato uno degli uomini chiave del governo del premier socialdemocratico Edi Rama. Ex direttore delle imposte, poi ministro, deputato e infine vice primo ministro, Arben Ahmetaj (nella foto con l'allora consigliere federale Alain Berset) è una figura di spicco della politica albanese. La sua carriera è stata però bruscamente interrotta lo scorso anno quando è finito al centro di un’intricata vicenda di corruzione e riciclaggio di denaro. Ricercato da Tirana, l’uomo ha trovato rifugio in Ticino.

 

La presenza a Lugano di Arben Ahmetaj era già stata segnalata dai media albanesi la scorsa estate dopo che il Parlamento nazionale aveva deciso di togliergli l’immunità di cui godeva. Il motivo della sua caduta in disgrazia: un’inchiesta condotta dallo SPAK, un organo indipendente del sistema giudiziario albanese incaricato di indagare sui casi di corruzione nella pubblica amministrazione e su vicende legate alla criminalità organizzata. Il sospetto è che il politico abbia sottratto ingenti somme di denaro e ricevuto mazzette nel contesto di appalti per la costruzione di alcuni inceneritori. Da allora Arben Ahmetaj è in fuga, ricercato per corruzione passiva, occultamento di beni e riciclaggio di denaro. Dove si è nascosto? Sempre più tracce portano dritte in riva al lago Ceresio.

 

Asilo in Ticino

 

Fino a poco fa le voci sul rifugio ticinese dell’ex vice primo ministro erano restate tali: voci. Di recente, l’uomo ha però rilasciato un’intervista alla televisione Syri Tv in cui, oltre a parlare di complotti e trame oscure della politica albanese, ha accennato ad un aspetto inedito: una richiesta di asilo e al fatto che, dal primo gennaio 2024, si sia stabilito «in una casa di proprietà della città in cui vivo ufficialmente». Il Tages Anzeiger ha scritto un articolo, affermando che secondo diverse fonti l’intervista è stata fatta in Svizzera, senza però specificare dove.

 

Un nuovo dettaglio è giunto di recente a conferma della pista ticinese. Carta canta: a parlare è infatti un contratto di 17 pagine stipulato lo scorso 15 gennaio tra lo stesso Arben Ahmetaj e la società americana di lobbying Prism Group. Scopo di questo accordo da 150.000 dollari: fare pressione sulle autorità americane in merito alle “false accuse penali” mosse in patria contro l’ex vice primo ministro e provare la sua innocenza. In conformità con le leggi americane, il contratto è stato depositato al Foreign Agents Registration Office ed è così stato scovato dai giornalisti albanesi. Dal documento emerge il nuovo indirizzo dell’ex vice primo ministro: Via Stefano Franscini 11, a Lugano. Si tratta di un bell’immobile, in prossimità di Villa Saroli che, come abbiamo potuto verificare, è di proprietà del Comune di Lugano. Sul citofono, il nome di Ahmetaj non compare, ma si trova quello della sua compagna la quale figura ugualmente sul contratto con Prism Group.

 

Secondo i media albanesi, l’uomo avrebbe depositato una richiesta d’asilo in Svizzera. Contattata, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ci comunica di non potersi esprimere sui casi individuali.

 

La vicenda degli inceneritori

 

Al centro dello scandalo che coinvolge Arben Ahmetaj vi è il business dello smaltimento dei rifiuti, un settore particolarmente controverso dalle parti di Tirana. Nel dicembre 2021, l’ex ministro dell’ambiente, Lefter Koka, era stato arrestato su ordine dello SPAK in un caso di corruzione legato all'inceneritore di Elbasan. Altri arresti in relazione a questo caso sono seguiti nel 2022.

 

Ora è il turno di Ahmetaj, indagato per presunti vantaggi illeciti ottenuti da alcuni uomini d’affari, che si sarebbero aggiudicati centinaia di milioni di euro in appalti pubblici per la costruzione di tre inceneritori affidati, senza gara d’appalto, a società inesperte. Il danno per le casse pubbliche sarebbe milionario. La stampa locale fa due nomi: l’imprenditore Mirel Mërtiri e il suo socio, l’avvocato Klodian Zoto, entrambi sotto accusa. I procuratori sostengono di aver scoperto come i due abbiano fornito ad Ahmetaj e ai suoi parenti due ville al mare e gli abbiano pagato le spese per vacanze in hotel di lusso in diversi paesi.

 

Nel 2020, un articolo di Balkan Insight menzionava la vicinanza fra Mërtiri e Ahmetaj: i due avrebbero persino avuto un incidente in auto assieme, nel 2017.

 

Una rogatoria e dei conti luganesi

 

Arben Ahmetaj ha sempre respinto le accuse e si considera vittima di un complotto; ha anche accusato di corruzione, sempre nell’ambito del business dei rifiuti, i due politici albanesi più influenti del momento: il capo del governo, Edi Rama, e il sindaco di Tirana, Erion Veliaj. L’uomo ha pure affermato di avere ricevuto delle minacce di morte. Da qui la sua fuga in Svizzera e la richiesta di protezione.

 

La sua presenza a Lugano potrebbe però non essere casuale. In estate, la stampa ha rivelato che gli investigatori dello SPAK avevano scoperto diversi trasferimenti di denaro di grandi dimensioni da banche albanesi al conto di un partner di Ahmetaj in Ticino. Tre trasferimenti per un totale di 1,8 milioni di euro sarebbero stati effettuati su conti della filiale di Lugano del Credit Suisse. Contattato da area, l’Ufficio federale della giustizia (UFG) conferma di avere ricevuto nell’aprile 2023 una domanda di assistenza giudiziaria da parte dell’Albania. L’esecuzione della rogatoria è stata delegata al Ministero pubblico della Confederazione (MPC) che, nell’ottobre 2023, ha inviato i documenti richiesti a Tirana.

 

A questo punto resta da capire cosa farà la Svizzera, considerato anche il fatto che le autorità elvetiche considerano l’Albania un paese sicuro. Ottenere l’asilo per Arben Ahmetaj non sarà una passeggiata, anche se rispetto a chi vive negli appositi centri la sua situazione è di lunga più confortevole. Ma non è detto che duri. Ufficialmente, Tirana non ha chiesto l’estradizione in quanto la residenza del politico in fuga era ignota fino a poco fa. Ora che la sua presenza a Lugano è confermata non è escluso che qualcuno possa bussare presto alla porta di Via Franscini.

Pubblicato il 

22.02.24
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