L'appello

«Care colleghe, cari colleghi, quanto mi piacerebbe iniziare questo scritto con l’appello “per favore, andate tutte e tutti a votare!”. Ma non è così semplice. Perché in questo paese un quarto delle persone non ne ha il diritto. Anche se queste persone – e in alcuni casi già i loro genitori e i nonni – hanno contribuito a creare il benessere in questo Paese. È una delle grandi problematiche della Svizzera. Un quarto della popolazione non ha il passaporto elvetico e senza di esso non può votare a livello federale, anche se ha trascorso tutta la vita qui.


Un’altra problematica è che gli interessi delle persone con redditi bassi e medi, che fanno funzionare il paese, sono sottorappresentati nel Parlamento federale. Questo perché l’influenza delle associazioni economiche e dei lobbisti delle multinazionali è enorme. Il risultato è una politica che favorisce unilateralmente le persone con il portafoglio pieno. Le disuguaglianze sociali continuano ad aumentare in Svizzera e il Parlamento ne è corresponsabile.


Alcuni esempi: la maggioranza parlamentare borghese spinge da anni per l’aumento dell’età pensionabile. Prima per le donne, ora per tutti. Buone condizioni sarebbero così garantite solo ai ricchi, che già possono permettersi la pensione anticipata. Tutti gli altri dovrebbero sgobbare fino alla fine dei loro giorni.

 

La maggioranza borghese ha affossato il lungimirante compromesso sulla riforma della previdenza professionale raggiunto tra sindacati e datori di lavoro preferendogli un progetto di smantellamento dal costo miliardario. La lobby delle assicurazioni malattie ha impedito una riduzione dei premi più sociale. La lobby dei proprietari immobiliari ha fatto passare un peggioramento della protezione degli inquilini.


Noi sindacalisti ci battiamo per ottenere un maggiore potere d’acquisto per la grande maggioranza della popolazione di questo paese. Ci battiamo per la parità di genere. E lottiamo contro l’esclusione sociale delle persone con un passaporto diverso da quello svizzero. Lo facciamo ogni giorno, tutti insieme, indipendentemente dal passaporto e dall’origine, nelle aziende e nei rami professionali. Lo facciamo nelle piazze, come per esempio il 16 settembre scorso con un’imponente manifestazione a Berna per il potere d’acquisto. Lo facciamo alle urne, quando ci schieriamo contro gli sgravi fiscali e il furto delle pensioni o in favore di una tredicesima rendita AVS e di premi di cassa malati sopportabili. E lo facciamo e lo faremo insieme ai rappresentanti dei partiti progressisti nei parlamenti.

Di qui il mio appello a voi, care colleghe e cari colleghi che avete il diritto di voto: il 22 ottobre recatevi alle urne e votate le persone che rappresentano gli interessi della maggioranza del paese, che lavorano insieme a noi sindacalisti per una Svizzera sociale, giusta ed equa.
Solo i ricchi possono permettersi di non votare. Grazie mille!».

Pubblicato il 

12.10.23
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