Come noto, quantomeno ai nostri lettori più anziani, l’esterofobia e la politica antistranieri sono stati da sempre – fin dalla sua nascita - l principali cavalli di battaglia del partito dell’Unione Democratica di Centro (UDC). In particolare, da quando ne prese la guida Christoph Blocher, questo partito si è sempre più spostato a destra nell’arena politica della Confederazione ergendosi, da un lato, a strenuo difensore della neutralità svizzera avversando la sua adesione a ogni contesto internazionale e, dall’altro, a protettore degli elvetici e quindi contro gli stranieri in generale: sia che si trattasse di limitare l’immigrazione, facendosi promotore di innumerevoli iniziative referendarie contro l’inforestieramento oppure di impedirne la naturalizzazione, perfino quella dei figli degli immigrati cioè dei così detti “secondos”.

 

Tanto per non smentirsi, proprio nei giorni scorsi, sono state inoltrate le firme (quasi 115.000) per un’iniziativa popolare lanciata dall’UDC lo scorso mese di luglio e intitolata “No a una Svizzera da 10 milioni!” con la quale si chiede di inserire nella Costituzione della Confederazione un nuovo articolo per limitare la popolazione in Svizzera, sino al 2050, ad un tetto massimo di 10 milioni di abitanti. Una limitazione subdola che, in pratica, tenendo conto del basso incremento demografico della popolazione svizzera, significa introdurre misure concrete per limitare l’immigrazione.

Il DNA dell’UDC è emerso anche nella sua recente campagna elettorale a sostegno del “no” nella  votazione dello scorso 3 marzo sulla 13esima mensilità AVS quando - oltre alle solite e ricorrenti  motivazioni, per bocca del suo Consigliere nazionale il ticinese Paolo Pamini - ha aggiunto anche quella che della Tredicesima mensilità AVS ne avrebbero beneficiato, pure, tutti gli ex emigrati che si stanno godendo la pensione AVS nei loro Paesi di origine.

 

Poi, siccome l’appetito viene mangiando, sempre l’UDC, sta pensando di introdurre norme cantonali che vietino di versare denaro in contanti (500 franchi mensili) agli asilanti per le spese quotidiane (alloggio e assicurazione malattia sono coperte direttamente dai Cantoni) sostituendo il denaro contante con carte prepagate poiché si è scoperto che molti  di loro (?) riescono a risparmiarne una parte (?) per inviarlo ai propri familiari rimasti nei loro Paesi di origine!

Morale: l’esterofobia, gli immigrati e gli asilanti sono certamente le galline dalle uova d’oro dell’UDC che le hanno consentito di diventare, e di restare negli anni, il primo partito politico in Svizzera.

 

È, pertanto, credibile che l’UDC voglia davvero risolvere definitivamente il problema dell’inforestierimento della Svizzera con la sua iniziativa per limitare a 10 milioni la popolazione residente nella Confederazione? ovvero privarsi di una delle sue galline dalle uova d’oro? Credo proprio di no, anche perché questa si rivelerà, a mio avviso, una battaglia contro i mulini a vento e l’UDC lo sa bene ma anche questa sua ultima iniziativa le serve per non perdere il contatto con il suo tradizionale elettorato!

Pubblicato il 

04.04.24
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